22.10.12

Il significato del Concilio Vaticano II per Beth Rindler, SFP

Sono cresciuta in una famiglia che viveva in una piccola fattoria in Ohio, USA, in mezzo a cattolici. Era l’unica religione che conoscevo a quel tempo. Quindi le cose in cui credo vengono dalla Chiesa Cattolica Romana. La mia famiglia andava a messa tutte le domeniche e noi bambini andavamo a fare catechismo tutti i sabato mattina per un paio d’ore durante l’anno.
 
Le mie convinzioni religiose di base non sono cambiate molto dopo che sono diventata suora nel 1949. Con il verificarsi del Concilio Vaticano II, invece, la mia percezione di Gesù e della Chiesa cambiarono radicalmente. Prima del Vaticano II Dio mi sembrava l’essere più simile a un Babbo Natale di qualsiasi essere umano che conoscevo. Non pensavo mai al suo “Essere” se non come qualcosa di delicato, gentile e buono. Sapevo che il suo “Essere” era invisibile per me quando lo era il “vero” Babbo Natale. Eppure credevo nell’esistenza di entrambi. Gesù a quel tempo era il Beato Sacramento nell’Eucarestia.

I libri di materia spirituale a cui avevo accesso durante il Noviziato, che erano stati scritti prima del Vaticano II, mi sembravano incomprensibili; almeno la maggioranza. Non riuscivo a rapportarmi ad essi. Poi, quando il Cardinal Suenens scrisse La suora nel mondo moderno durante il Vaticano II non solo riuscii a comprendere quanto diceva ma mi piaceva quello che diceva. Questo libro era sensato, secondo me. Volevo girare le pagine il più velocemente possibile per vedere cosa c’era scritto più avanti.

Ero anche felice di riuscire a leggere le Scritture da sola, specialmente i Vangeli. Non mi ricordo il momento preciso o l’occasione,  ma ricordo che riuscii ad ottenere una Bibbia. Scelsi la Bibbia di Gerusalemme. Avevo sentito che era la traduzione migliore. Assieme a questo, un altro libro che ha avuto un impatto tremendo nella mia vita è stato Il nostro stile di vita evangelico, la prima revisione della nostra Regola. Questo libro ha significato moltissimo per me. Tuttavia, per adeguarsi alle aspettative canoniche questa revisione sembrava aver rimosso lo “spirito” che avevo sperimentato nella prima versione. Eppure, ho confidato nel fatto che sarei stata capace di mantenere lo spirito che avevo percepito nella prima versione.

L’altro aspetto della mia vita che ha significato molto per me dopo il Vaticano II è stato la possibilità di entrare nel mondo dell’apostolato pastorale nel 1972 dopo aver lavorato nel nostro ambiente ospedaliero come infermiera Questo mondo dell’apostolato pastorale mi ha spinto a leggere e studiare i testi di studiosi delle Scritture assieme anche a teologhe femministe. I libri che si distinguono per me in questo campo sono quelli scritti da Jane Schaberg, Elizabeth Johnson, CSJ, and Margaret Farley, RSM. Jane mi ha aiutato a vedere l’umanità assieme alla divinità di Gesù; Elizabeth Johnson mi ha aiutato a vedere come Dio può essere presente in altre religioni oltre al Cristianesimo; e Margaret a vedere amore umano come pensavo esistesse nelle Scritture. Ci sono molti altri libri ottimi e significativi che ho avuto il privilegio di leggere e su cui meditare ma per questioni di brevità in questo articolo faccio riferimento solo a questi.

Un’altra risorsa che il Vaticano II mi ha dato per la mia vita di SFP è stata la mia abilità di vivere di più tra persone che sono povere dal punto di vista economico invece che affluenti. La mia prima esperienza è avvenuta alla fine degli anni ’60 quando sono stata in grado di vivere brevemente tra Afro-Americani in un complesso di case popolari nella città di Detroit mentre frequentavo l’università per diventare infermiera. Da quella volta ho vissuto in case “comuni” con Suore di altre congregazioni e da sola mentre cercavo “lavoro” in alcune delle parrocchie urbane più povere in Ohio e nel Michigan.
 
E infine nel mio percorso di vita come SFP una benedizione inaspettata avvenne circa 20 anni fa quando una famiglia del Bangladesh con sei figli, con il più piccolo che a quel tempo era piccolissimo, si trasferì a fianco alla mia abitazione. Vivevano al piano terra della casa a fianco alla mia. Siamo diventati amici. Dopo un breve tempo sono riusciti ad acquistare la casa in cui vivo e mi hanno chiesto di rimanere invece che trasferirmi.

Il mio stretto rapporto con questa famiglia mi ha aiutato a comprendere un’altra cultura e una religione diversa dalla mia. Sono Islamici. Il modo in cui praticano la loro religione mi fa pensare alla mia vita come Cattolica romana prima del Vaticano II. I loro valori e le loro convinzioni sembrano simili a quelli che ho sempre nutrito. La famiglia sembra molto importante per loro assieme alla presenza di un Dio affettuoso che chiamano Allah. Quando penso a Dio di solito penso a Gesù.

Sono molto grata alla leadership SFP che abbiamo avuto dal Vaticano II. Ci sono parecchie persone che potrei nominare. Eppure riconosco che non sono queste poche persone tra noi ma piuttosto tutte noi che siamo cambiate parecchio dal Vaticano II. Per quando mi riguarda, io credo di avere un “assaggio” di un po’ di paradiso qui sulla terra prima ancora di morire. Ovviamente, nell’ora della morte mi aspetto di continuare a goderne, ma questa volta per l’eternità.

 

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