8.12.10

Una storia di guarigione

Una storia di guarigione raccolta dalle nostre suore in Italia. L’amica che l’ha donata desidera rimanere anonima.  

Ho scoperto di essere incinta. All'inizio pensavo di abortire. Il mio ragazzo era d'accordo, perché era spaventato e non si sentiva pronto a diventare padre. Avevo paura di perdere il lavoro: dopo un anno e mezzo di contratto a tempo determinato, mi avevano finalmente proposto il tempo indeterminato.

Ho preso appuntamento per abortire: ricordo ancora la data precisa. Stavo male, perché prima non riuscivo a rimanere incinta ed ora che il mio desiderio si stava realizzando non potevo tenere il bambino.

Il medico, che mi fece l'ecografia, mi spiegò che potevo darlo in adozione, se non ero in grado di tenerlo. Mi disse: "Pensi come sarà bello questo bambino!".


Poi mi fece sentire il suo battito cardiaco e da quel momento entrai in crisi. Mentre andavo a prenotare l'aborto, mi resi conto che i piedi mi portavano, ma il cuore no. Il giorno stabilito si avvicinava; ero sempre più disperata: mi sembrava di non avere scelta.

Volevo parlare con qualcuno e chiamai le suore, che mi sono sempre state vicine quando ho avuto bisogno di un consiglio. Raccontai tutto.

Le suore mi ascoltarono e accolsero il dramma che vivevo, sapendo che non è facile per una donna sola allevare un figlio. Mi dissero che era una scelta che dovevo fare io, ma che esistono associazioni che aiutano le mamme in difficoltà. Mi assicurarono che anche loro erano pronte a sostenermi, in caso di bisogno.

Dopo aver parlato con le suore, mi fu chiaro che non volevo abortire. Chiamai il mio ragazzo e gli dissi che avevo deciso di tenere il bambino anche da sola e che in qualche modo ce l'avrei fatta.

Dopo alcuni giorni mi richiamò, chiedendomi di incontrarci. Parlammo un po' e ricominciammo a frequentarci. Un po' alla volta ci abituammo all'idea della gravidanza. Decidemmo di andare a vivere insieme e cominciammo a fare progetti per il futuro.

Una cosa bella di quel periodo era il momento in cui lui tornava dal lavoro e veniva subito a mettere la mano sul mio pancione, dicendo al bambino: "Dammi un cinque!" Se il piccolo scalciava, lui diceva che l'aveva riconosciuto.

Al quinto mese diagnosticarono un problema cardiaco al bambino. Ero molto preoccupata, ma il mio ragazzo mi è stato sempre vicino ed è venuto a tutti i controlli. Dopo la nascita nostro figlio è stato operato al cuore e ora sta bene, ma abbiamo passato tanti momenti di preoccupazione, durante i quali le 'zie' suore sana venute a trovarci in ospedale e ci sono state accanto.

Non mi sembra ancora vero di essere mamma! Vederlo crescere è una meraviglia e sono felice di accorgermi che il papà ha imparato a dargli da mangiare e a cambiarlo. È fiero che tutti dicano che si assomigliano come due gocce d'acqua e non capisco perché sia così, dato che io l'ho portato per 9 mesi in pancia!


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